“Mi ero perso il cuore” – FUORI L’ALBUM D’ESORDIO SOLISTA DI CRISTIANO GODANO

Da oggi venerdì 26 giugno, è disponibile in digitale, CD e doppio vinile da collezione 180gr “MI ERO PERSO IL CUORE” (Ala Bianca Group / Warner Music), il primo album solista di CRISTIANO GODANO, una “collezione di canzoni che raccontano i demoni della mente”, un disco molto attuale, che ha il coraggio della paura e esibisce questa poetica vulnerabilità.

Il disco

CRISTIANO GODANO, dopo aver festeggiato 30 anni di carriera con i Marlene Kuntz, Inizia un percorso solista con l’album d’esordio “MI ERO PERSO IL CUORE”. Un disco che racchiude la sua nota anima poetica e la peculiare ricerca linguistica, con testi di una musicalità non comune. Come si usa dire “la mente mente“, e in questo disco racconterà di queste menzogne e del loro potere.


Questo album ha goduto di un’incredibile squadra di lavoro:
 è stato prodotto da Luca Rossi (Ustmamo) e Gianni Maroccolo con Cristiano Godano. Nell’album hanno suonato, oltre a Godano, Gianni Maroccolo, Luca A. Rossi e Simone Filippi. Le tracce missate sono poi state inviate agli Sterling Sound studios di New York dove Greg Calbi ha curato il mastering. La cover e le grafiche sono opera di Guido Harari e di Anna Fossato dello studio Wall of Sound Gallery.

Il disco contiene 13 tracce, musica e testi di Cristiano Godano. La versione in vinile contiene la bonus track Per sempre mi avrai.

 

 

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Com’è possibile?

Sempre oggi esce “Com’è possibile”, il nuovo singolo con video estratto dall’album, un brano che mette l’umanità sul banco degli imputati, citando Bob Dylan “La risposta è lassù / e soffia nell’aria / Quante strade dovrà / di nuovo percorrere / un uomo?”.

Il video gode della regia di Lorenzo Letizia (regista anche di “Ti voglio dire”), è stato girato al Sonus Factory di Roma. La figura di Cristiano si staglia davanti a immagini di sommosse e catastrofi naturali che delineano “la bestia” che abita l’uomo. Tutto termina con un riferimento alle recenti proteste in nome di George Floyd (“I Can’t Breathe”) che diventa paradigmatico di una convivenza sempre più complicata dell’uomo con il pianeta terra.