Ai Têtes de Bois la Targa Tenco 2015 per i migliori interpreti

Alla Targhe Tenco 2015 i Têtes de Bois si aggiudicano il premio come migliori interpreti con Extra, il loro album dedicato a Leo Ferrè

Usciva il 30 settembre 2014 “Extra – Têtes de Bois per Leo Ferrè”, lavoro di passione e di ricerca, con cui l band torrnava in studio dopo i due anni di tour seguiti all’uscita del precedente album “Mai di Moda”. Undici le canzoni del poeta, chansonnier e anarchico contenute nel disco, con nuove traduzioni tratte da Ferrè, ma anche da Baudelaire, Verlaine, Rimbaud. Tra queste un posto specilae lo ha “Tango” brano per cui Ferrè non aveva fatto in tempo a scrivere la musica, compito assolto con devozione e fantasia dagli stessi Têtes de Bois. Alle registrazioni hanno preso parte anche Vasco Brondi (Le Luci della Centrale Elettrica) e, in una delle sue ultime partecipazioni, Francesco di Giacomo (Banco del Mutuo Soccorso).

La Targa Tenco arriva mentre la band prosegue nel suo tour a supporto del disco e dà una nuova conferma della bellezza e importanza di questo progetto, da conoscere e scoprire.

Ecco come i Têtes de Bois raccontano questo loro disco, canzone per canzone

A vent’anni dalla sua morte i versi di Leo navigano tra i pensieri affannati delle nostre vite quotidiane e tutto graffia la pelle di chi è seduto comodamente. Ancora una volta, amore e rivolta!

Extra, undici tracce in cui i versi fanno l’amore nella testa di chi legge, sotto lo sguardo del Dio dei graniti che non ha pietà, tra le conchiglie figuranti e le nacchere risuonanti e un coltello che apre la madreperla pura e un pescecane che nuota in libertà provvisoria.

Baudelaire, Verlaine, Rimbaud musicati da Ferré, Ferré musicato da Ferré e Ferré musicato e ri-arrangiato dai Têtes de Bois.

Tutte le nuove traduzioni dei versi di Ferré, Rimbaud, Baudelaire, Varlaine sono state affrontate con Giuseppe Gennari, il professore, cercando di farne canzoni del Duemila e di non tradirne l’umore. Con Anna D’Elia si è invece lavorato per portare in Italiano “Tango” un testo cui Léo non aveva ancora regalato la musica e con cui i Têtes de Bois si sono cimentati immaginando di poter ripetere quello che lui fece musicando i poeti maledetti.

                         

‘Tango’ , un inedito di Léo, anzi un testo mai musicato. Un desiderio di Mathieu, il figlio. Come Léo musicò i grandi poeti francesi, i Têtes hanno musicato Léo poeta. ‘Tango’ è un testo aggressivo, sincero, pieno di rabbia eppure lirico nella soluzione finale.

‘Il mare e la memoria’ , ascoltandola, ci si rende conto che il tempo non è l’unico tempo per cui ci si deve adeguare ad altra velocità e lasciarci trasportare. Un testo visionario, sublime, una lirica priva di pudore ed ipocrisia. La vita non c’è altro modo di viverla se non ‘essere’.

‘La maliziosa’, un acquarello in versi di Arthur Rimbaud con una fantastica linea melodica di Léo. Un regalo per le nuove generazioni, versi da bere quotidianamente, rilanciati dalla freschezza dell’armonia. Una intimità che il dettaglio consegna ad ognuno. Un tempo sospeso.

‘Extra’ un racconto visto dal pianista di scena. La seduzione va oltre la scena concreta, il giro armonico è comodo, accogliente (fu una grande hit popolare)

‘Se te ne vai’ è la canzone più canzone di tutte quelle presenti in questo album. Riflette i suoni e i movimenti del suo tempo e gustosamente se li gode. Ascoltandola si assapora il senso strofico rassicurante e il ciclico chiosare ritmico. In questa versione, l’addio è un dolore sordo e lo sguardo scavalca per un istante anche il proprio corpo steso senza vita. Qui che si può intercettare l’immortalità del lavoro di Ferré.

‘Ti rivedo ancora’ è una lirica amara e colorata, fresca e sussurrata, lenta e cinematografica. I versi di Verlaine indugiano sul dettaglio e l’intreccio psicologico, spalancano lo scenario di un conflitto privato e per questo universale. La sua essenzialità è impagabile, la sua fugacità una stella cadente, un tempo che non è possibile raccogliere.

‘Pattinava’, le parole di Paul Verlaine, rappresentano uno dei primi esempi di amore omosessuale dichiarato al mondo. Diventando canzone, attraverso Ferré, la passione si fa trasparente e sfida le convenzioni del 2000. Lucien Letinois era il destinatario più probabile di questi versi. L’amante adolescente di Verlaine che pattinava con la leggerezza di una ragazza. Conosciuto da Paul in una scuola dopo la fine della storia con Arthur Rimbaud,

‘Eautontinmorumenos’, questo plurisillabico greco dichiara: “sono il persecutore di me stesso”. Di questo brano esisteva solo una versione poco più che accennata al pianoforte da Léo, forse una ripresa domestica avvenuta proprio a Castellina in Chianti, con le mani di Ferré sullo stesso piano su cui i Têtes l’hanno suonata e registrata oggi.

Lucida pericolosa, cruda. I versi di Charles Baudelaire precedono qualunque concezione e clautstrofobicamente si risolvono come uno scorpione in un barattolo di vetro.

‘Tu non dici mai niente’,(ospite: Vasco Brondi/Le Luci della Centrale Elettrica) una dichiarazione visionaria, la descrizione di un mondo che esisterebbe se sapessimo concepirne la possibilità. Miscelare parole e scaldare immagini come “reggiseni per gatti e industriali che lavorano per gli operai della Fiat” o i “tranvai blu su rotaie di pianto” calano questo brano nell’anima di chi ascolta. Poi c’è il muro di chi ama fremente anche in silenzio e ascolta i turbamenti del cuore dell’amato come un temporale che scroscia. C’è densità in questi versi, li abbiamo voluti lasciare nella versione italiana nel lavoro di Enrico Medail, primo storico traduttore di Ferré

‘Felici come mai’ , un affresco sognante, un regalo della notte che comunque fiduciosa attende l’alba. Un canto corale tornato canzone dolce e sussurrata.

‘Il tuo stile’( Francesco Di Giacomo) il suo stile, semplicemente qui, brillante, risuonante, dal vivo. Un’ultima registrazione, il 9 giugno 2013, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, fra echi che non lasceremo cadere.

Il pianoforte utilizzato per le registrazioni del disco è quello di Léo Ferré.